Indigeni dell'America del Nord. Il termine deriva dalla convinzione di
Cristoforo Colombo, al momento dell'approdo in America, di essere giunto in
Asia: le terre furono chiamate Indie Occidentali e gli abitanti
Indios o
I. Presa coscienza della indipendenza geografica del nuovo continente
dall'Asia gli aborigeni furono chiamati
I. d'America o
Americani.
Con l'estendersi della colonizzazione e il formarsi degli Stati indipendenti,
questo secondo appellativo fu sempre più attribuito agli originari
d'Europa e ai cittadini degli Stati Uniti. Gli etnologi coniarono allora per gli
aborigeni l'appellativo di
Amerindi. Dal punto di vista antropologico
l'uomo americano si colloca in una posizione intermedia tra i tipi mongolici e
caucasici. Caratteristiche comuni di mongolismo sono il colore giallastro scuro
della pelle, la scarsa pelosità, capelli neri e lisci - anche se non
mancano le varianti con capelli ricciuti e crespi - frequente plica mongolica
dell'occhio. Tuttavia lo stanziamento delle popolazioni si colloca in un'epoca
così remota che si è avuta la formazione di tipi specifici
regionali come l'
i. delle praterie, l'andino, il patagonico, il
bororò. Non è da escludere che il popolamento sia avvenuto per
ondate successive e abbastanza distanziate; la più remota si conviene sia
stata quella che ha impresso caratteri melanesoidi e australoidi a certe
popolazioni dell'America Centrale e del Brasile. Solo in epoca più
recente sarebbero scesi dal Nord i tipi mongolidi, una stirpe dei quali, gli
Eschimesi, con la fine dell'età glaciale si stabilì nelle estreme
regioni settentrionali. La più recente classificazione antropologica
riconosce i seguenti gruppi: Eschimidi, Columbidi, Planidi, Sonoridi,
Appalacidi, Andidi o Pueblo-andidi, Istmidi, Amazzonidi, Pampidi, Lagidi,
Fuegidi. Gli Eschimidi, tuttavia, non sono considerati dagli etnologi come
appartenenti alla famiglia dell'"uomo americano". Le stime più
accreditate fissano tra i 35 e i 38 milioni il numero di
I. che vivevano
sul continente al momento della scoperta. Dai 24 ai 26 milioni erano quelli che
popolavano l'America Meridionale, mentre i rimanenti erano stanziati
nell'America Settentrionale. Comunque, un secolo dopo la scoperta, erano ridotti
di almeno il 30%. Le ricerche archeologiche miranti soprattutto a rintracciare
le civiltà indigene con le quali erano venuti a contatto gli europei al
momento della scoperta, hanno portato ai risultati più interessanti in
Messico e nel Perù, dove gli Incas, i Maya e gli Aztechi dettero luogo a
civiltà assai evolute. La colonizzazione bianca ha da un lato bloccato
l'evolversi delle civiltà precolombiane e dall'altro diffuso alcuni
elementi della civiltà europea come il ferro, le armi da fuoco, il
cavallo. Assai sviluppata era l'industria litica; ma erano già noti e si
lavoravano anche alcuni metalli, come il rame, l'oro e l'argento e, nel
Perù, un bronzo povero di stagno. L'agricoltura era molto elementare e
primitiva, anche se nella regione andina non mancavano esempi di orticoltura
più progredita. Alcune specie furono importate in Europa e assunsero ben
presto grande importanza nell'economia del mondo intero: il tabacco, la patata,
il cacao, il mais, la china, la coca, la gomma, la manioca, il pomodoro.
All'estremo Nord e all'estremo Sud, entro ampie fasce, l'agricoltura era
completamente ignorata, poiché i mezzi di sussistenza derivavano dalla
caccia, dalla pesca e dalla raccolta. Tra gli Aleuti e gli Eschimesi prevaleva
la caccia ai mammiferi marini; tra i Sioux la caccia al bisonte; gli Athabasca
erano dediti a cacciare il caribù e la renna selvatica. Alle stragi dei
colonizzatori, gli
I. hanno potuto resistere di più e meglio dove
la popolazione era più intensa e l'ambiente più inaccessibile ai
bianchi; il genocidio degli
I. si è consumato soprattutto nelle
zone temperate del Nord, dove le "grandi nazioni" sono ridotte ormai a qualche
decina di migliaia di individui costretti a vivere nelle riserve una vita ormai
senza speranza. Grandi massacri avvennero anche nella regione delle Antille.
L'ampia letteratura ispirata alla tragedia degli
I. nel Nord-America, nel
secolo scorso, e la produzione cinematografica, cui si deve imputare
un'interessata alterazione della storia, hanno finito per limitare lo stesso
appellativo di
I. d'America, o semplicemente di
I., ai pellerossa,
cosiddetti dall'uso di tingersi il viso con ocra rossa; mentre gli altri
aborigeni americani vengono più diffusamente indicati con la versione
spagnola del termine, Indios. Protagonisti e vittime della immane tragedia
furono i Sioux, gli Apache, gli Ojibway, i Cheyenne, i Cherokee, i Creek, i
Seminole, i Choctaw, i Chickasaw, i Navajos, gli Irochesi, gli Hopi e i Seneca,
i Comanche. ║
Apache: erano stanziati nel bacino del Rio Grande do
Norte, Nuovo Messico e Texas occidentale. I superstiti sono circa 6.000 e vivono
nelle riserve. Furono tra gli ultimi a soccombere dinanzi alla supremazia
militare dei federali, e resistettero fino all'inizio di questo secolo contro
l'internamento nelle riserve. La loro lingua appartiene a un ramo meridionale
athabaska. ║
Seminole: staccatisi dai Creek, occuparono tra il
XVIII sec. e gli inizi del XIX ampie zone della Florida, dove assimilarono un
gran numero di negri. Resistettero alle campagne del Governo di Washington nel
1817-18 e nel periodo 1835-1842. Sconfitti, i superstiti furono deportati nelle
grandi riserve dell'Ovest, eccetto poche centinaia i cui discendenti vivono
ancora in Florida. ║
Seneca: sono una tribù appartenente
alla nazione irochese. Abitavano le zone occidentali dello Stato di New York e
dell'Ontario. Successivamente si spostarono verso le rive del Lago Erie e nella
Pennsylvania. Erano dediti all'agricoltura. La loro vicenda storico-politica
è connessa con quella della Lega degli irochesi, della quale furono una
delle tribù più forti. Ne sono sopravvissuti circa 3.000 nelle
riserve. ║
Sioux: era il più rilevante gruppo di
I.
delle praterie; ora, in numero esiguo, vivono nelle riserve. La loro economia
era basata sulla caccia al bisonte, che tuttavia uccidevano soltanto, e quanto
bastava, per nutrirsi; pertanto le indiscriminate razzie di questi animali
compiute dall'uomo bianco contribuirono in modo decisivo all'estinzione del
gruppo. ║
Comanche: popolavano il Texas occidentale. Resistettero
per due secoli agli spagnoli del Messico, e per altri 50 anni ai coloni del
Texas. Nel 1875 vennero confinati in riserve dell'Oklahoma. ║
Cheyenne: furono incontrati dai bianchi sul versante orientale delle
Montagne Rocciose, nel Wyoming e nel Colorado. La tribù, appartenente
alla specie
i. delle praterie, era dedita alla caccia al bisonte e
all'agricoltura. I suoi membri combatterono i colonizzatori bianchi con grande
coraggio. I 3.000 superstiti vivono nelle riserve. ║
Cherokee: sono
un ramo meridionale degli Irochesi e furono incontrati dai bianchi in Virginia,
Carolina del Sud e del Nord, Georgia, Tennessee e Alabama. Il loro è, tra
i gruppi superstiti, uno dei più numerosi, comprendendo 28.000 persone
che vivono nelle riserve. Furono tra gli ultimi a soccombere ai federali cui
resistettero valorosamente; si costituirono in nazione separata nell'Indian
Territory, dando vita a un Governo che durò fino al 1906. ║
Creek: erano stanziati nell'Alabama (
A-la-ba-ma nella loro lingua
significa "qui possiamo restare") e nella Georgia. Ne sono rimasti 20.000
concentrati nelle riserve dell'Oklahoma. Erano agricoltori; avevano ordinamenti
fondati sul matriarcato. ║
Choctaw: la tribù era organizzata
in clan matriarcali, dediti all'agricoltura. Diciottomila sono i sopravvissuti,
nelle riserve. ║
Chickasaw: furono incontrati dai bianchi nel
Tennessee; ma all'inizio del XIX sec. furono spinti alla confluenza dell'Ohio
nel Mississippi; poi ancora più a Ovest. Nel 1855 vennero confinati nelle
riserve i superstiti che attualmente sono circa 5.000. ║
Navajos: i
superstiti, circa 30.000, sono concentrati in una riserva nel Plateau del
Colorado. Vivevano di caccia e di pesca. Erano organizzati in clan matrilinei.
Ora sono dediti alla pastorizia e alla fabbricazione di tappeti. ║
Irochesi: così furono chiamati dai primi colonizzatori gli
appartenenti alle cinque tribù federate - Cayuga, Mohawk, Oneida,
Onondaga e Seneca - stanziati sulle sponde dei laghi Ontario e Erie e alleate in
una lega. Il nome successivamente finì per comprendere anche altri gruppi
etnici, come gli Hironi e i Susquehamna, i Tuscarora e i Kunestoga. Vivevano di
agricoltura, in villaggi spesso fortificati. Erano organizzati su base
matriarcale: alle matrone spettavano anche le decisioni più importanti
come la dichiarazione della guerra, il destino dei prigionieri, la nomina dei
comandanti militari. 50.000 sopravvissuti vivono nelle riserve degli Stati Uniti
e del Canada. Superstiti degli Hopi vivono nell'Arizona, conservando abbastanza
inalterate le loro tradizioni. Dalla lotta di resistenza contro gli invasori -
nel corso della quale furono sterminati circa 11 milioni di
i. - emersero
figure di capi militari come Toro Seduto, Geronimo, Falco Nero, Orso in Piedi,
Capo Giuseppe, Tecumseh, Capo Lunga Lancia, Figlio di Bufalo, Gamba di Legno,
capo Kahkewaquonaby, Cochise. Tra i fatti d'arme più discussi della
storia è la sconfitta del generale George Armstrong Custer, avvenuta il
25 giugno 1876 a Little Big Horn, nel Montana. Con il trattato di Laramie del
1868 la zona confinante delle Colline Nere, nel Sud Dakota, era stata assegnata
ai Sioux. Ma nel 1874 nell'Ansa del Francese fu scoperto l'oro, e in breve il
territorio venne invaso dai cercatori, cui il Governo federale non pose alcun
ostacolo. In breve fu chiaro agli
I. che dovevano battersi per difendere
quella stessa terra che era stata loro attribuita con un regolare trattato.
Sioux e Cheyenne strinsero alleanza. L'esercito dei federali allora si mosse in
territorio Sioux, venendo sconfitto. Nel 1888, gli
I. sopravvissuti ai
massacri erano ormai quasi tutti chiusi nelle riserve.